(Autunno 2019)
“Il 28-29 Settembre e il 1 Ottobre 1944, i Nazisti del 16.mo Battaglione della 16.ma Divisione SS Reichsfuhrer Recce Unit, al comando del Maggiore Walter Reder, guidati sui sentieri di queste montagne dai Fascisti per punire queste popolazioni che liberamente avevano scelto l’aspra guerriglia partigiana tra le file della Stella Rossa, in nome della liberta’ politica e della giustizia sociale, sterminavano, mettevano a ferro e fuoco esseri umani, animali e cose.
Trucidati furono 560, per la maggior parte vecchi, donne e bambini. Ogni casa, ogni campo, ogni vigna, ogni sentiero, ogni fosso furono teatro di esecrandi tragedie, macchiati di sangue innocente, da luoghi familiari della vita quotidiana fatti bolge di barbarie e di violenza : come iene i Nazifascisti frugarono fra i cespugli e le buche per cancellare ogni traccia di vita umana. Sotto i cumuli dei morti nascosero le mine per colpire anche la pieta’ dei sopravvissuti.
Non dimentichiamo i 560 trucidati di S Martino. Vogliamo nel loro ricordo che tutti i Paesi e tutti i popoli possano vivere nella pace e nella fratellanza.”
( dalla lapide commemorativa nel Parco di Monte Sole, territorio dei Comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno )
Uno sparo improvviso
trafigge, brutale,
il nebbioso silenzio del mattino
sulla collina dei ricordi.
L’alba e’ un grido strozzato
che fa eco al gemito estremo
della fagiana innocente
colpita a morte
per crudele estro sportivo.
Cade la piccola madre
sotto gli occhi distratti
d’un cielo di pietra,
tenero involto di piume tremanti,
fra le braccia del bosco
stupito dal nuovo sterminio.
Il Tempo si ferma
in un attimo eterno.
Il colpo spietato
graffia le alture
ferite da antiche agonie,
risveglia echi
di barbari ferri,
di orrendi frastuoni
di armi assassine,
di voci bestiali
dimentiche di essere umane.
Scodinzola il cane innocente
incitato al riporto,
sfidando l’ostile
barriera dei pruni.
Ignara del Male
e’ la sua fedelta’
e tutti i suoi sensi
vibranti d’ebbrezza impetuosa
cercano avidi
la preda caduta.
Ma a un tratto un segreto richiamo
interrompe il suo rovistare.
Un soffio leggero di vento
suscita un pianto di foglie
che dolcemente si posano
sulla preda ormai priva di vita.
Il cane si arresta come a un comando
e ascolta il sospiro del vento.
Poi osserva la tomba silvestre,
lentamente la sfiora
con l’umido muso
in un tenero gesto di pace
e rinuncia al riporto
uscendo dal bosco
con un lieve guaito
che si innalza come un singhiozzo
dinanzi al dolore del mondo.
Solo lui ha visto e udito
cio’ che l’uomo
facilmente dimentica.
“I loro nomi sono nel Libro della Vita”
( dal Memoriale delle vittime, al Parco Storico di Monte Sole )
Luigi Adamo
Firenze, 8 Febbraio 2020