Esco dall’oblio della notte
per riprendere forma
in un battito d’ali.
L’aurora e’ un pigolio scarlatto
di sussurri di luce.
Gocce di rugiada sui germogli
rifrangono promesse di rose.
La terrazza e’ uno squillo
argentato di passeri ciarlieri
che si narrano amori.
Giu’ nella strada un vento gentile
canta di mandorli in fiore
mentre i vetri delle finestre
sono occhi di fanciulle in amore
che sorridono nuovi bagliori.
Sulla citta’ sonnolenta
la Natura dispensa
carezze di Primavera
nella sua millenaria sapienza.
L’ascolto e’ un dovere
che trafigge l’anima distratta.
(Firenze, 03.03.2020)