Home
Il posto delle fragole


Testimonianze
Il sogno di Donato
L'attimo di Isabella
L'esperienza di Enrico

Omaggio a Binswanger
Gli occhi di Marina
Lo sguardo che svuota
Luigi Adamo
I maestri
Mia madre
Mio padre

GLI  OCCHI  DI  MARINA

Storia di una miopia

 

        Incontrai Marina nella Primavera del 1985 : era quasi sull’orlo della cecità ; una strana cecità, senza una causa specifica clinicamente accertabile.

  Ricorse a me come ad una sorta di “ultima spiaggia”, dopo avere tentato le più disparate cure mediche, senza esiti apprezzabili.

 Fin dal nostro primo incontro, decisi di seguirla senza esitazione alcuna perché la sua sofferenza aveva fatto risuonare dentro di me un intenso, commovente richiamo : Marina era come “pietrificata” da un enigmatico, misterioso “ sortilegio” che aveva innalzato una gelida barriera fra i suoi occhi e la Vita, ed io non potevo accettare che una ragazza che mi aveva trasmesso una immediata sensazione di profonda vitalità dovesse privarsi della vista dei meravigliosi spettacoli che l’esistenza può riservarci, malgrado tutto.

         I nostri incontri sono durati circa un anno e l’unico modo che mi parve più adeguato per poterla aiutare autenticamente fu di “imparare” anche io a “guardare” il mondo come lei, nello scenario del suo accecante  conflitto con la madre, che si svelò drammaticamente fin dall’inizio dei nostri colloqui.

Il percorso terapeutico che Marina ha seguito per “ritrovare”, insieme a me, la possibilità di osservare la Vita con occhi nuovi , raggiungendo, dopo un faticoso cammino ascensionale, il proprio “Posto delle fragole”, è stato reso possibile, in questo caso come non mai, dalla preziosa proposta metodologica dell’Antropoanalisi di L.Binswanger, che mi ha costantemente “illuminato” nel comprendere, sostenere, difendere, con vibrante partecipazione, le sorti di questa particolarissima interlocutrice.

Le pagine che seguono contengono la sintesi del primo incontro da me avuto con Marina, dal quale scaturì l’impostazione metodologica, che non solo guidò, poi, tutti i nostri successivi colloqui, ma che trovò subito  piena ed entusiastica adesione anche da parte dell’interessata, avviandola al graduale superamento del suo disturbo, che fu “siglato”, una volta concluso il nostro percorso, da una cartolina ch’ella mi inviò da Berlino nell’Estate del 1987, con le seguenti parole : “Un saluto cordialissimo dalla Germania : come vede, adesso mi sento libera e riesco a guardare lontano , senza paura. Grazie di tutto …”.

Il testo, dietro pieno consenso di Marina, è stato da me utilizzato in occasione di un Convegno di Medicina Psicosomatica, tenutosi a Roma nel Settembre del  1990.